Differenze tra le versioni di "Indice di Gini"

Da EU wiki.
(Le diseguaglianze rendono le società più sofferenti)
Riga 1: Riga 1:
 
= Le diseguaglianze rendono le società più sofferenti =
 
= Le diseguaglianze rendono le società più sofferenti =
  
L’indice di Gini<ref name="ftn1">Detto anche in Statistica “grado di concentrazione”.</ref> è un numero, molto usato in Statistica, che misura la ''diseguaglianza nella ripartizione del reddito'' in uno Stato o in una Regione. Attualmente è un valore sensibile perché nel mondo la diseguaglianza è in aumento e questo non è positivo. Lo hanno dimostrato [[Wilkinson_Pikett_Diseguaglianze|Richard Wilkinson e Kate Pikett]] con le loro ricerche pubblicate nel libro: “La misura dell'anima. Perché le diseguaglianze rendono le società più infelici”.
+
L’indice di Gini<ref name="ftn1">Detto anche in Statistica “grado di concentrazione”.</ref> è un numero, molto usato in Statistica, che misura la ''diseguaglianza nella ripartizione del reddito'' in uno Stato o in una Regione. Attualmente è un valore sensibile perché nel mondo la diseguaglianza è in aumento e questo non è positivo. Lo hanno dimostrato [[Libro_Wilkinson_Pikett_Diseguaglianze|Richard Wilkinson e Kate Pikett]] con le loro ricerche pubblicate nel libro: “La misura dell'anima. Perché le diseguaglianze rendono le società più infelici”.
  
 
Lì si mostra che in uno dei nostri paesi economicamente sviluppati - e l’Italia lo è senz’altro - quando c’è una grande diseguaglianza di reddito e di opportunità fra le persone, c’è anche un forte disagio sociale. Mentre se c’è maggiore eguaglianza, la società è più concorde e più felice. Detto così sembra una favola, ma per chi vive in povertà e fa i conti con la disoccupazione le cose sono drammatiche.
 
Lì si mostra che in uno dei nostri paesi economicamente sviluppati - e l’Italia lo è senz’altro - quando c’è una grande diseguaglianza di reddito e di opportunità fra le persone, c’è anche un forte disagio sociale. Mentre se c’è maggiore eguaglianza, la società è più concorde e più felice. Detto così sembra una favola, ma per chi vive in povertà e fa i conti con la disoccupazione le cose sono drammatiche.

Versione delle 20:06, 6 gen 2019

Le diseguaglianze rendono le società più sofferenti[modifica]

L’indice di Gini[1] è un numero, molto usato in Statistica, che misura la diseguaglianza nella ripartizione del reddito in uno Stato o in una Regione. Attualmente è un valore sensibile perché nel mondo la diseguaglianza è in aumento e questo non è positivo. Lo hanno dimostrato Richard Wilkinson e Kate Pikett con le loro ricerche pubblicate nel libro: “La misura dell'anima. Perché le diseguaglianze rendono le società più infelici”.

Lì si mostra che in uno dei nostri paesi economicamente sviluppati - e l’Italia lo è senz’altro - quando c’è una grande diseguaglianza di reddito e di opportunità fra le persone, c’è anche un forte disagio sociale. Mentre se c’è maggiore eguaglianza, la società è più concorde e più felice. Detto così sembra una favola, ma per chi vive in povertà e fa i conti con la disoccupazione le cose sono drammatiche.

Gli autori osservano che in molte società si è oramai raggiunto un livello di benessere medio (reddito pro capite) più che sufficiente. Ma è la cattiva distribuzione di questo benessere a creare problemi. Si riportano qui, a titolo di esempio, due grafici della loro ricerca. Nel primo, relativo a Problemi sociali e Reddito pro capite, si vede che i punti sono sparpagliati. Non sono allineati in una direzione, dunque i problemi sociali non dipendono dal reddito medio. Mentre se si considerano i Problemi sociali e la Diseguaglianza di reddito si nota che nel secondo grafico i punti sono sensibilmente allineati. Quindi i problemi sociali dipendono dalla disuguaglianza.

Problemi sociali e Reddito pro capite
Problemi sociali e la Diseguaglianza di reddito

Calcolo dell’indice di Gini[modifica]

Cinque gruppi di persone con diverse distribuzioni di reddito.

Supponiamo di avere cinque gruppi di persone: A, B, C, D, E, che hanno redditi diversi. Si rappresentano i redditi con rettangoli di altezza proporzionale. Nel primo caso hanno tutti lo stesso reddito, pari a 20. Nel secondo si differenziano un poco e nel terzo ancora di più. Fino all’estremo in cui tutto il reddito è concentrato in un solo gruppo. Più aumenta la concentrazione, più aumenta la diseguaglianza nella distribuzione del reddito.

Indice di Gini come rapporto di aree.

Ora si vuole attribuire un valore a questo grado di concentrazione. Si nota che disponendo così i rettangoli, la linea rossa che li attraversa si curva sempre di più, scostandosi dalla diagonale azzurra. Calcoliamo allora l’area compresa fra la linea blu e la linea rossa e dividiamo il risultato per l’area del triangolo ABC. Questo rapporto è l’indice di Gini che ci dà la misura della concentrazione, oppure - che è lo stesso - della diseguaglianza nella distribuzione del reddito.

Nel primo caso l’area è zero, dunque l’indice di Gini è zero. È il caso in cui non c’è diseguaglianza. Nell’ultimo caso si tende alla maggiore diseguaglianza possibile. L'area tende al triangolo intero e l’indice di Gini tende all’unità. Quindi l’indice di Gini varia fra zero e uno. Calcoliamolo, per esempio, nel secondo caso (2b). Il triangolo ABC misura 10x10/2 = 50 quadretti. L’area sotto la linea rossa è data dalla metà dei rettangoli: 1+1+2+2+4, più i quadretti sottostanti: 2+4+8+12. In totale: 10+26 = 36. Allora l’area fra le due linee è 50-36 = 14. E l’indice di Gini è: 14/50 = 0,28.

Naturalmente ci sono spiegazioni più generali e quindi più complicate del calcolo dell’indice di Gini che si possono trovare facilmente su internet.[2] [3]

Un altro modo, più semplice, di misurare la diseguaglianza è fare il rapporto fra i redditi del 20% più ricco e quello 20% più povero. Negli esempi precedenti: 20/20 = 1, 40/20 = 2, 45/5 = 9.

Ora abbiamo fatto il caso di redditi diversi, ma ovviamente si può applicare il calcolo a diversità di ogni genere. Il caso della differenza di reddito è importante perché si affianca allo studio della povertà. Entrambi purtroppo in aumento in molti paesi.

Le diseguaglianze nel mondo[modifica]

Si può avere un’idea delle diseguaglianze nel mondo da un sito dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OECD - Organisation for Economic Co-operation and Development).[4]

Si può visualizzare su una mappa, in modo qualitativo, l’indice di Gini (Gini Coefficient) e l'indice di povertà relativa (Relative Income Poverty).

Coefficiente di Gini
Indice di povertà relativa

I valori numerici possono essere visualizzati in una tabella che qui si riporta. I titoli delle colonne sono: Paese, Anno, Indice di Gini, Indice della povertà relativa, Rapporto fra i redditi del 20% più ricco e quello 20% più povero.

Tabella ottenuta dal sito dell'OECD.

In Italia, come in molti altri paesi, ci sono importanti variazioni regionali dell’indice di diseguaglianza. Il diagramma dell’ISTAT ci mostra che l’indice aumenta dal Nord al Sud. Poi si nota anche un sensibile aumento della diseguaglianza dopo il 2014.[5]

Indice di Gini per alcune regioni d'Italia.

Correlazione fra l’indice di Gini e l’indice della povertà relativa[modifica]

Correlazione fra l’indice di Gini e l’indice della povertà relativa.

Se si portano in un grafico sia gli indici di Gini, sia gli indici della povertà relativa, della tabella dell’OECD, si osserva che i punti si orientano secondo una direzione, anche se in modo approssimato. Questo fatto ci dice che c’è una discreta correlazione fra indice di Gini e indice della povertà relativa.

Se consideriamo il grado di benessere medio (ricchezza pro capite) invece dell’indice di Gini si nota che paesi ricchi come Danimarca (62) e Stati Uniti (59) (fra parentesi è il PIL pro capite [6] 2017 in migliaia di dollari - valori letti su sito tradingeconomics[7]), sono molto lontani nel grafico, così come paesi poveri come Slovacchia (20) e Turchia (15). Questa è una conferma del fatto che non c’è correlazone fra PIL pro capite e diseguaglianza come avevano dimostrato Wilkinson e Pikett.

Note[modifica]


  1. Detto anche in Statistica “grado di concentrazione”.
  2. Vedi Wikipedia - Coefficiente di Gini: [1]
  3. Vedi l’articolo della prof. Paola Vicard “Calcolo dell’indice di concentrazione (indice di Gini) con la formula dei trapezi”: [2]
  4. Vedi il sito dell'OECD: [3]
  5. Vedi Dati ISTAT: [4]
  6. Nota: il PIL pro capite non rappresenta il reddito pro capite perché nel PIL entrano anche gli investimenti delle imprese e le spese dello Stato. Il PIL di una nazione è legato anche al numero di abitanti. Quindi una nazione con molti abitanti poveri può avere lo stesso PIL di una con pochi abitanti ricchi. Per avere dunque un’idea migliore del gradi di ricchezza di una nazione, è meglio usare il PIL pro capite.
  7. Vedi il sito tradingeconomics: [5]

Mail.png Arrow.png Se hai una proposta da fare per migliorare questa pagina del sito: manda una mail con il tuo commento