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Cosa succede se l’economia è in crescita? La curva della domanda si sposta verso destra perché a parità di salario, l’impresa ha bisogno di più lavoro, e ciò spinge il salario di equilibrio verso l’alto, nel punto A’ perché le imprese sono disposte a pagare di più i lavoratori. Aumentano sia il salario diequilibrio, sia il livello di occupazione. Ma il punto di incontro, A’, fa vedere che il maggiore lavoro andrà retribuito con un salario maggiore. Si ha così un aumento dell’occupazione (e una diminuzione della <span style="background-color:#ffff00;">disoccupazione</span>).
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Cosa succede se l’economia è in crescita? La curva della domanda si sposta verso destra perché a parità di salario, l’impresa ha bisogno di più lavoro, e ciò spinge il salario di equilibrio verso l’alto, nel punto A’ perché le imprese sono disposte a pagare di più i lavoratori. Aumentano sia il salario di equilibrio, sia il livello di occupazione. Ma il punto di incontro, A’, fa vedere che il maggiore lavoro andrà retribuito con un salario maggiore. Si ha così un aumento dell’occupazione (e una diminuzione della <span style="background-color:#ffff00;">disoccupazione</span>).
  
 
Un periodo del genere si è avuto dopo il 1969 col cosiddetto ''Autunno caldo''.<ref name="ftn2">Vedi Wikipedia - Autunno caldo: [https://it.wikipedia.org/wiki/Autunno_caldo]</ref> Allora i sindacati sono diventati più forti ed è stato creato lo ''Statuto dei lavoratori'' <ref name="ftn3">Vedi Wikipedia - Statuto dei lavoratori: [https://it.wikipedia.org/wiki/Statuto_dei_lavoratori]</ref> (1970) che proteggeva i lavoratori con una serie di tutele e rendeva difficile il licenziamento (articolo 18).
 
Un periodo del genere si è avuto dopo il 1969 col cosiddetto ''Autunno caldo''.<ref name="ftn2">Vedi Wikipedia - Autunno caldo: [https://it.wikipedia.org/wiki/Autunno_caldo]</ref> Allora i sindacati sono diventati più forti ed è stato creato lo ''Statuto dei lavoratori'' <ref name="ftn3">Vedi Wikipedia - Statuto dei lavoratori: [https://it.wikipedia.org/wiki/Statuto_dei_lavoratori]</ref> (1970) che proteggeva i lavoratori con una serie di tutele e rendeva difficile il licenziamento (articolo 18).

Versione delle 08:52, 26 dic 2018

Incontro fra domanda e offerta[modifica]

Curva della domanda e dell'offerta.

Quando si entra in un negozio e si chiede di comprare un oggetto, in economia noi siamo dalla parte della domanda e il negozio dalla parte dell’offerta. Infatti noi paghiamo per acquistare l’oggetto. Parlando di lavoro ci viene da pensare che è il lavoratore a domandare lavoro all’impresa. Quindi pensiamo che sia lui dalla parte della domanda. Ma non è così, perché è l’impresa che paga il lavoratore, che acquista il suo lavoro. È l’impresa dunque che sta dalla parte della domanda ed è il lavoratore che offre le sue competenze e il suo tempo, cioè il suo lavoro. E il punto del loro accordo, il punto di incontro è il salario prima di tutto. Oltre al salario, il rapporto è regolato da un contratto che prevede molti altri accordi: orario, mansioni, ferie, permesso di maternità, indennità di malattia ecc.

La domanda di lavoro delle imprese è una relazione tra salario e occupazione: ogni impresa rileva un salario di equilibrio del mercato e decide di conseguenza quanti lavoratori occupare. All’aumentare del livello di salario di mercato, diminuisce il numero di lavoratori impiegati (la curva è inclinata negativamente, la domanda di lavoro è decrescente rispetto al salario).

L’offerta di lavoro dei lavoratori mette in relazione il salario di mercato (che si determina in modo indipendente dalle scelte del lavoratore) e il numero di persone disposte a lavorare a quel salario. Il numero di persone disposte a lavorare aumenta al crescere del salario a cui vengono retribuite, la curva è inclinata positivamente, la relazione è positiva.

Questo è il caso più semplice di concorrenza perfetta, in cui né imprese, né lavoratori possono determinare il salario di equilibrio (sono price takers, prendono il salario per dato dai meccanismi di mercato). Esistono poi però casi di monopolio, oligopolio, concorrenza monopolistica, dove i prezzi non sono semplicemente dati, ma le aziende hanno una capacità di determinare i prezzi (sono price makers), quindi i salari (che sono una componente dei prezzi).

A quale livello di salario ci sarà l’incontro fra la domanda dell’impresa e l’offerta di lavoro? Pensiamo un caso semplice: io posso far fare un lavoro a poche persone veloci ed esperte, ma ben pagate. Oppure darlo a più persone, meno veloci ed esperte, ma pagarle di meno. Dunque la domanda di lavoro va da salari alti con poco lavoro a salari bassi con molto lavoro. Mentre per il lavoratore è l’inverso: io sono disposto a lavorare molto se sono ben pagato. Ma se mi pagano poco, lavorerò poco. Dunque l’offerta di lavoro va da salari bassi con poco lavoro a salari alti con molto lavoro.

La figura, che ha in orizzontale il lavoro[1] e in verticale il salario, rappresenta come si forma l’incontro fra la domanda da parte delle imprese e l’offerta da parte dei lavoratori. Per essere precisi nel grafico si mette sull’asse delle ascisse la variabile Occupazione, non lavoro (di solito intesa come n. di ore lavorate) e su quella delle ordinate il Salario.

La curva della domanda si abbassa al crescere del lavoro (non è chiaro cosa intende dire, ma la curva di domanda non si abbassa al crescere del lavoro: infatti se lei dice si abbassa vuol dire che c’è uno spostamento, come ad esempio nel punto A’’, dove il livello di occupazione è più basso) Forse voleva dire che “ci si muove lungo la curva di offerta e di domanda, quindi al diminuire del salario aumenta l’occupazione”, mentre l’offerta va al contrario. Il punto A rappresenta l’incontro della domanda con l’offerta. Il punto B il salario di equilibrio del mercato e il punto C il livello di occupazione corrispondente.

Crescita economica o crisi[modifica]

Variazioni della curva della domanda e dell'offerta.

Cosa succede se l’economia è in crescita? La curva della domanda si sposta verso destra perché a parità di salario, l’impresa ha bisogno di più lavoro, e ciò spinge il salario di equilibrio verso l’alto, nel punto A’ perché le imprese sono disposte a pagare di più i lavoratori. Aumentano sia il salario di equilibrio, sia il livello di occupazione. Ma il punto di incontro, A’, fa vedere che il maggiore lavoro andrà retribuito con un salario maggiore. Si ha così un aumento dell’occupazione (e una diminuzione della disoccupazione).

Un periodo del genere si è avuto dopo il 1969 col cosiddetto Autunno caldo.[2] Allora i sindacati sono diventati più forti ed è stato creato lo Statuto dei lavoratori [3] (1970) che proteggeva i lavoratori con una serie di tutele e rendeva difficile il licenziamento (articolo 18).

Se invece c’è crisi la curva della domanda si sposta a sinistra perché l’impresa vende meno, quindi produce meno e ha bisogno di meno lavoro. Il punto di incontro sarà A”. Dunque si ha una diminuzione sia dei salari, sia dei lavoratori, quindi aumenta la disoccupazione.

È quello che è successo nel 2008, quando la crisi finanziaria dagli USA ha raggiunto l’Europa. E, in Italia, la disoccupazione, soprattutto giovanile, e la povertà hanno raggiunto livelli intollerabili. Lo si vede nella figura: è il punto segnato dalla freccia in cui si nota un brusco abbassamento del PIL (Prodotto Interno Lordo).

Nel 2008 la crescita si è interrotta[modifica]

Crescita dell’economia misurata dal PIL.

Ci sono state altre crisi economiche in Italia. Per esempio quelle del 1973[4] e 1979[5], causate dal rincaro del petrolio - da cui dipendiamo. Come si vede dal grafico del PIL, l’Italia è però riuscita a crescere costantemente. Ha superato le crisi utilizzando soprattutto due strumenti: il debito e la svalutazione della lira. Ora però non possiamo più usarli, perché il debito è già troppo pesante e non va aumentato, in rispetto alle regole fiscali europee a cui l’Italia è vincolata . La svalutazione renderebbe i nostri prodotti più economici (direi “più competititivi”) all’estero dando impulso alla domanda di esportazioni dall’estero e quindi all’economia in generale. Ma la svalutazione non è possibile perché la nostra moneta, l’euro, è ora gestita in comune fra noi e gli altri 18 paesi dell’Eurozona[6] dalla Banca centrale europea (Bce).

Le leggi che regolano il nostro mercato del lavoro[modifica]

Il mercato del lavoro è influenzato soprattutto dalla richiesta di beni e servizi. (Quella che gli economisti chiamano la domanda aggregata.) Ma dipende anche molto dalle leggi che lo regolano (in gergo, le politiche dell’offerta). Perché da una parte è importante tutelare i lavoratori, e dall’altra dare alle imprese la necessaria flessibilità per potersi adattare agli shock economici assumendo e licenziando manodopera.

Il nostro mercato del lavoro è stato per molto tempo regolato dalla legge chiamata Statuto dei lavoratori. Poi, nel 2015, l’insieme di leggi, denominate Job Act, hanno cercato di rendere più flessibile l’incontro fra imprese e lavoratori, senza rinunciare alle giuste tutele dei lavoratori.


  1. Il lavoro può essere pensato sia come ore di lavoro, sia come numero di lavoratori.
  2. Vedi Wikipedia - Autunno caldo: [1]
  3. Vedi Wikipedia - Statuto dei lavoratori: [2]
  4. Vedi Wikipedia - Crisi energetica del 1973: [3]
  5. Vedi Wikipedia - Crisi energetica del 1979: [4]
  6. Vedi Wikipedia - Eurozona: [5]