Differenze tra le versioni di "Sandbox"

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== Economia italiana in cattivo stato ==
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=== Una testimonianza: Bilal ===
  
<div style="margin-left:0.261cm;margin-right:0cm;">Alcuni segni della crisi, seguiti dalle proposte per uscirne.</div>
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[[File:Fabrizio_Gatti.jpg|border|right|thumb|100px]]
  
<div style="margin-left:0.261cm;margin-right:0cm;">1. '''L’aumento della povertà e delle differenze di ricchezza''': a) Il reddito di cittadinanza contro la povertà.</div>
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"Bilal" è il titolo di un libro scritto da Fabrizio Gatti (e pubblicato da Rizzoli nel 2007 col sottotitolo “Viaggiare, lavorare, morire da clandestini”). Racconta la drammatica e spesso tragica esperienza, vissuta in prima persona dall'autore, di chi cerca di arrivare dall'Africa all'Europa attraverso il deserto e il mare.
  
<div style="margin-left:0.261cm;margin-right:0cm;">2. '''L’aumento della disoccupazione, soprattutto giovanile''': a) Creare opportunità di ricollocazione per chi ha perso il lavoro. b) Creare opportunità di inserimento dei giovani. c) Dare occupazione a carico dello Stato (MMT).</div>
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Il libro parla dei viaggi in camion sovraffollati, che spesso lasciano dietro di sé qualche sfortunato oppure, quando “naufragano” nella sabbia del deserto, tutti quelli che si erano affidati a vecchi automezzi.
  
<div style="margin-left:0.261cm;margin-right:0cm;">3. '''La chiusura delle aziende''': a) Riduzione delle tasse sul lavoro. b) Ridurre la burocrazia che toglie tempo e risorse. c) Ricevere aiuti, dalla BCE alle banche, per aiutare le aziende in crisi.</div>
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Descrive il drammatico passaggio dai posti di blocco, dove ogni volta tutti devono pagare tangenti ai soldati di guardia. Se non hanno soldi gli uomini vengono trattenuti a lavorare come schiavi e le donne abusate.
  
<div style="margin-left:0.261cm;margin-right:0cm;">4. '''Il gravare degli interessi da pagare sul grande debito pubblico''': a) Attuare la ''spending review''. b) Uscire dall’euro, svalutare la lira.</div>
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<div style="margin-left:0.261cm;margin-right:0cm;">5. '''Le difficoltà delle banche (le “sofferenze”)''': a) Ricevere aiuti, dalla BCE alle banche, perché queste abbiano più liquidità.</div>
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Chi riesce ad arrivare in Libia viene internato in prigioni sovraffollate dalle quali esce solo dopo aver lavorato per mesi presso privati in combutta con i soldati e le bande di gangster locali che gestiscono il traffico dei clandestini.
  
<div style="margin-left:0.261cm;margin-right:0cm;">6. '''Gli ostacoli all’immigrazione, nonostante sia necessaria''': a) La qualificazione degli immigrati e il loro inserimento.</div>
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Poi l’imbarco sui barconi, che non di rado affondano nel loro precario viaggio verso le coste italiane. A Lampedusa Bilal viene arrestato e internato in un centro di detenzione, da cui fugge per unirsi a quelli che lavorano come schiavi nei campi di pomodori del Sud. Poi prosegue, sempre da clandestino, verso il Nord d’Italia, che è la meta di molti, nella speranza che da lì si riesca a raggiungere la Germania.  
  
<div style="margin-left:0.261cm;margin-right:0cm;">7. '''I “pesi” che ci frenano: mafie, corruzione, burocrazia''': a) Fare opera educativa a livello di base. b) Educare alla legalità. c) Snellire la burocrazia.</div>
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|[[File:Immigrato_che_raccoglie_pomodori.jpg|border|center|thumb|200px]]
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<div style="margin-left:0.261cm;margin-right:0cm;">8. '''L’illusione delle soluzioni semplici''': a) Maggiore impegno degli intellettuali per farsi capire. b) Maggiore impegno etico dei media (TV, giornali).</div>
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Durante tutto il viaggio l’autore raccoglie le tante e diverse storie di molti clandestini, che poi riporta nel libro come tessere di un mosaico che parla di speranze e fallimenti, soprusi e violenze, ma anche di amicizie e solidarietà fra chi vive la stessa drammatica esperienza.
 
 
<div style="margin-left:0.261cm;margin-right:0cm;">9. '''L’informazione manipolata''': a) Smascherare e screditare le fake news. b) Difendere internet libera.</div>
 

Versione delle 06:13, 18 nov 2018

Una testimonianza: Bilal[modifica]

Fabrizio Gatti.jpg

"Bilal" è il titolo di un libro scritto da Fabrizio Gatti (e pubblicato da Rizzoli nel 2007 col sottotitolo “Viaggiare, lavorare, morire da clandestini”). Racconta la drammatica e spesso tragica esperienza, vissuta in prima persona dall'autore, di chi cerca di arrivare dall'Africa all'Europa attraverso il deserto e il mare.

Il libro parla dei viaggi in camion sovraffollati, che spesso lasciano dietro di sé qualche sfortunato oppure, quando “naufragano” nella sabbia del deserto, tutti quelli che si erano affidati a vecchi automezzi.

Descrive il drammatico passaggio dai posti di blocco, dove ogni volta tutti devono pagare tangenti ai soldati di guardia. Se non hanno soldi gli uomini vengono trattenuti a lavorare come schiavi e le donne abusate.

Camion sovraccarico di migranti.jpg
Tenda nel deserto.jpg

Chi riesce ad arrivare in Libia viene internato in prigioni sovraffollate dalle quali esce solo dopo aver lavorato per mesi presso privati in combutta con i soldati e le bande di gangster locali che gestiscono il traffico dei clandestini.

Poi l’imbarco sui barconi, che non di rado affondano nel loro precario viaggio verso le coste italiane. A Lampedusa Bilal viene arrestato e internato in un centro di detenzione, da cui fugge per unirsi a quelli che lavorano come schiavi nei campi di pomodori del Sud. Poi prosegue, sempre da clandestino, verso il Nord d’Italia, che è la meta di molti, nella speranza che da lì si riesca a raggiungere la Germania.

Barca sovraccarica di migranti.jpg
Immigrato che raccoglie pomodori.jpg

Durante tutto il viaggio l’autore raccoglie le tante e diverse storie di molti clandestini, che poi riporta nel libro come tessere di un mosaico che parla di speranze e fallimenti, soprusi e violenze, ma anche di amicizie e solidarietà fra chi vive la stessa drammatica esperienza.