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== Incontro fra domanda e offerta ==
 
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Si osserva allora che il “lavoro” può essere pensato sia come numero di lavoratori, sia come ore di lavoro. E il “salario” rappresenta il costo di questo “lavoro”.
 
Si osserva allora che il “lavoro” può essere pensato sia come numero di lavoratori, sia come ore di lavoro. E il “salario” rappresenta il costo di questo “lavoro”.
  
In conclusione, la '''''domanda''' di lavoro va da salari alti con poco lavoro a salari bassi con molto lavoro''. Mentre ''l’'''offerta''' di lavoro va da salari bassi con poco lavoro a salari alti con molto lavoro''.  
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In conclusione, la ''domanda'' di lavoro va da salari alti con poco lavoro a salari bassi con molto lavoro. Mentre ''l’offerta'' di lavoro va da salari bassi con poco lavoro a salari alti con molto lavoro.  
  
 
Questo discorso può essere tradotto in una figura, che ha in orizzontale il lavoro e in verticale il salario, e che rappresenta l’incontro fra la domanda da parte delle imprese e l’offerta da parte dei lavoratori. Quindi la curva della domanda si abbassa al crescere del lavoro, mentre l’offerta va al contrario. Il punto A rappresenta l’incontro della domanda con l’offerta. Il punto B il salario e il punto C il lavoro corrispondenti.
 
Questo discorso può essere tradotto in una figura, che ha in orizzontale il lavoro e in verticale il salario, e che rappresenta l’incontro fra la domanda da parte delle imprese e l’offerta da parte dei lavoratori. Quindi la curva della domanda si abbassa al crescere del lavoro, mentre l’offerta va al contrario. Il punto A rappresenta l’incontro della domanda con l’offerta. Il punto B il salario e il punto C il lavoro corrispondenti.
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Cosa succede se l’economia è in crescita? La curva della domanda si sposta verso destra perché a parità di salario, l’impresa ha bisogno di più lavoro. Ma il punto di incontro, A’, fa vedere che il maggiore lavoro andrà retribuito con un salario maggiore. Si ha così un aumento dell’occupazione (e una diminuzione della <span style="background-color:#ffff00;">disoccupazione</span>).
 
Cosa succede se l’economia è in crescita? La curva della domanda si sposta verso destra perché a parità di salario, l’impresa ha bisogno di più lavoro. Ma il punto di incontro, A’, fa vedere che il maggiore lavoro andrà retribuito con un salario maggiore. Si ha così un aumento dell’occupazione (e una diminuzione della <span style="background-color:#ffff00;">disoccupazione</span>).
  
Un periodo del genere si è avuto dopo il 1969 col cosiddetto ''Autunno caldo''.<ref name="ftn1">'''Vedi: [https://it.wikipedia.org/wiki/Autunno_caldo https://it.wikipedia.org/wiki/Autunno_caldo] '''</ref> Allora i sindacati sono diventati più forti ed è stato creato lo ''Statuto dei lavoratori <ref name="ftn2">'''''Vedi: [https://it.wikipedia.org/wiki/Statuto_dei_lavoratori https://it.wikipedia.org/wiki/Statuto_dei_lavoratori] '''''</ref> (1970) che proteggeva i lavoratori con una serie di tutele e rendeva difficile il licenziamento (articolo 18).
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Un periodo del genere si è avuto dopo il 1969 col cosiddetto ''Autunno caldo''.<ref name="ftn1">Vedi: [https://it.wikipedia.org/wiki/Autunno_caldo https://it.wikipedia.org/wiki/Autunno_caldo] </ref> Allora i sindacati sono diventati più forti ed è stato creato lo ''Statuto dei lavoratori'' <ref name="ftn2">Vedi: [https://it.wikipedia.org/wiki/Statuto_dei_lavoratori https://it.wikipedia.org/wiki/Statuto_dei_lavoratori]</ref> (1970) che proteggeva i lavoratori con una serie di tutele e rendeva difficile il licenziamento (articolo 18).
  
 
Se invece c’è crisi la curva della domanda si sposta a sinistra perché l’impresa vende meno, quindi produce meno e ha bisogno di meno lavoro. Il punto di incontro sarà A”. Dunque si ha una diminuzione sia dei salari, sia dei lavoratori, e aumenta la disoccupazione.
 
Se invece c’è crisi la curva della domanda si sposta a sinistra perché l’impresa vende meno, quindi produce meno e ha bisogno di meno lavoro. Il punto di incontro sarà A”. Dunque si ha una diminuzione sia dei salari, sia dei lavoratori, e aumenta la disoccupazione.
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<div style="text-align:center;">Crescita dell’economia misurata dal PIL.</div>
 
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Ci sono state altre crisi economiche in Italia. Per esempio quelle del 1973<ref name="ftn3">'''Vedi: [https://it.wikipedia.org/wiki/Crisi_energetica_(1973) https://it.wikipedia.org/wiki/Crisi_energetica_(1973)]</ref> e 1979<ref name="ftn4">'''Vedi: [https://it.wikipedia.org/wiki/Crisi_energetica_(1979) https://it.wikipedia.org/wiki/Crisi_energetica_(1979)]</ref>, causate dal rincaro del petrolio - da cui dipendiamo. Come si vede dal grafico del PIL, l’Italia è però riuscita a crescere costantemente. Ha superato le crisi utilizzando soprattutto due strumenti: il <span style="background-color:#ffff00;">debito</span> e la <span style="background-color:#ffff00;">svalutazione</span> della lira. Ora però non possiamo più usarli, perché'' il debito è già troppo pesante e non va aumentato''. La svalutazione renderebbe i nostri prodotti più economici all’estero dando impulso alle esportazioni e all’economia in generale. Ma ''la svalutazione non è possibile'' perché la nostra moneta, l’euro, è ora gestita in comune fra noi e gli altri 18 paesi dell’<span style="background-color:#ffff00;">Eurozona</span><ref name="ftn5">'''Vedi: [https://it.wikipedia.org/wiki/Zona_euro https://it.wikipedia.org/wiki/Zona_euro]</ref>.
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Ci sono state altre crisi economiche in Italia. Per esempio quelle del 1973<ref name="ftn3">Vedi: [https://it.wikipedia.org/wiki/Crisi_energetica_(1973) https://it.wikipedia.org/wiki/Crisi_energetica_(1973)]</ref> e 1979<ref name="ftn4">Vedi: [https://it.wikipedia.org/wiki/Crisi_energetica_(1979) https://it.wikipedia.org/wiki/Crisi_energetica_(1979)]</ref>, causate dal rincaro del petrolio - da cui dipendiamo. Come si vede dal grafico del PIL, l’Italia è però riuscita a crescere costantemente. Ha superato le crisi utilizzando soprattutto due strumenti: il <span style="background-color:#ffff00;">debito</span> e la <span style="background-color:#ffff00;">svalutazione</span> della lira. Ora però non possiamo più usarli, perché ''il debito è già troppo pesante e non va aumentato''. La svalutazione renderebbe i nostri prodotti più economici all’estero dando impulso alle esportazioni e all’economia in generale. Ma ''la svalutazione non è possibile'' perché la nostra moneta, l’euro, è ora gestita in comune fra noi e gli altri 18 paesi dell’<span style="background-color:#ffff00;">Eurozona</span><ref name="ftn5">Vedi: [https://it.wikipedia.org/wiki/Zona_euro https://it.wikipedia.org/wiki/Zona_euro]</ref>.
  
 
== Le leggi che regolano il nostro mercato del lavoro ==
 
== Le leggi che regolano il nostro mercato del lavoro ==

Versione delle 19:38, 6 dic 2018

Incontro fra domanda e offerta[modifica]

Quando si entra in un negozio e si chiede di comprare un oggetto, in economia noi siamo dalla parte della domanda e il negozio dalla parte dell’offerta. Infatti noi paghiamo per acquistare l’oggetto. Parlando di lavoro ci viene da pensare che è il lavoratore a domandare lavoro all’impresa. Quindi pensiamo che sia lui dalla parte della domanda. Ma non è così, perché è l’impresa che paga il lavoratore, che acquista il suo lavoro. È l’impresa dunque che sta dalla parte della domanda ed è il lavoratore che offre le sue competenze e il suo tempo, cioè il suo lavoro. E il punto del loro accordo, il punto di incontro è il salario prima di tutto. Oltre al salario, il rapporto è regolato da un contratto che prevede molti altri accordi: orario, mansioni, ferie, permesso di maternità, indennità di malattia ecc.

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Curve della domanda e dell’offerta.

A quale livello di salario ci sarà l’incontro fra la domanda dell’impresa e l’offerta di lavoro? Pensiamo un caso semplice: io posso far fare un lavoro a poche persone veloci ed esperte, ma ben pagate. Oppure darlo a più persone, meno veloci ed esperte, ma pagarle di meno. Mentre per me come lavoratore è l’inverso: io sono disposto a lavorare molto se sono ben pagato. Ma se mi pagano poco, lavorerò poco.

Si osserva allora che il “lavoro” può essere pensato sia come numero di lavoratori, sia come ore di lavoro. E il “salario” rappresenta il costo di questo “lavoro”.

In conclusione, la domanda di lavoro va da salari alti con poco lavoro a salari bassi con molto lavoro. Mentre l’offerta di lavoro va da salari bassi con poco lavoro a salari alti con molto lavoro.

Questo discorso può essere tradotto in una figura, che ha in orizzontale il lavoro e in verticale il salario, e che rappresenta l’incontro fra la domanda da parte delle imprese e l’offerta da parte dei lavoratori. Quindi la curva della domanda si abbassa al crescere del lavoro, mentre l’offerta va al contrario. Il punto A rappresenta l’incontro della domanda con l’offerta. Il punto B il salario e il punto C il lavoro corrispondenti.

Crescita economica o crisi[modifica]

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Crescita economica o crisi.

Cosa succede se l’economia è in crescita? La curva della domanda si sposta verso destra perché a parità di salario, l’impresa ha bisogno di più lavoro. Ma il punto di incontro, A’, fa vedere che il maggiore lavoro andrà retribuito con un salario maggiore. Si ha così un aumento dell’occupazione (e una diminuzione della disoccupazione).

Un periodo del genere si è avuto dopo il 1969 col cosiddetto Autunno caldo.[1] Allora i sindacati sono diventati più forti ed è stato creato lo Statuto dei lavoratori [2] (1970) che proteggeva i lavoratori con una serie di tutele e rendeva difficile il licenziamento (articolo 18).

Se invece c’è crisi la curva della domanda si sposta a sinistra perché l’impresa vende meno, quindi produce meno e ha bisogno di meno lavoro. Il punto di incontro sarà A”. Dunque si ha una diminuzione sia dei salari, sia dei lavoratori, e aumenta la disoccupazione.

È quello che è successo nel 2008, quando la crisi finanziaria dagli USA ha raggiunto l’Europa. E, in Italia, la disoccupazione, soprattutto giovanile, e la povertà hanno raggiunto livelli intollerabili. Lo si vede nella figura: è il punto segnato dalla freccia in cui si nota un brusco abbassamento del PIL (Prodotto Interno Lordo).

Nel 2008 la crescita si è interrotta[modifica]

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Crescita dell’economia misurata dal PIL.

Ci sono state altre crisi economiche in Italia. Per esempio quelle del 1973[3] e 1979[4], causate dal rincaro del petrolio - da cui dipendiamo. Come si vede dal grafico del PIL, l’Italia è però riuscita a crescere costantemente. Ha superato le crisi utilizzando soprattutto due strumenti: il debito e la svalutazione della lira. Ora però non possiamo più usarli, perché il debito è già troppo pesante e non va aumentato. La svalutazione renderebbe i nostri prodotti più economici all’estero dando impulso alle esportazioni e all’economia in generale. Ma la svalutazione non è possibile perché la nostra moneta, l’euro, è ora gestita in comune fra noi e gli altri 18 paesi dell’Eurozona[5].

Le leggi che regolano il nostro mercato del lavoro[modifica]

Il mercato del lavoro è influenzato soprattutto dalla richiesta di beni e servizi. (Quella che gli economisti chiamano la domanda aggregata.) Ma dipende anche molto dalle leggi che lo regolano. Perché da una parte è importante tutelare i lavoratori, e dall’altra dare alle imprese la necessaria flessibilità per potersi adattare agli shock economici assumendo e licenziando manodopera.

Il nostro mercato del lavoro è stato per molto tempo regolato dalla legge chiamata Statuto dei lavoratori. Poi, nel 2015, l’insieme di leggi, denominate Job Act, hanno cercato di rendere più flessibile l’incontro fra imprese e lavoratori, senza rinunciare alle giuste tutele dei lavoratori.