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I. Introduzione[modifica]
Per cominciare[modifica]
Marco Caro Antonio (Lei mi ha invitato a chiamarla per nome ed io accetto volentieri, nonostante la nostra differenza d’età di due generazioni, potrei essere Suo nipote), l’anno venturo io per la prima volta sarò chiamato a votare. Ci saranno le elezioni europee. Mentre sulla politica nazionale qualcosa ho cercato di capire, sul voto europeo davvero mi trovo impreparato: non so perché si vota, non so quali siano le scelte, non so neppure se andare a votare oppure no: alcuni miei amici hanno già dichiarato che non lo faranno. Sento che molti parlano male dell’Europa, l’accusano di aggravare i nostri problemi anziché cercare di risolverli, anzi di esserne addirittura la causa. E quello che leggo sulla stampa e ascolto in televisione non mi aiuta.
Aps È vero, dai giornali e dalla televisione si capisce poco di Europa. E quel poco non è quasi mai utile per capire l’essenziale, spesso non corrisponde neppure alla realtà dei fatti. Ma va detto che capire davvero cosa sia e cosa possa diventare l’Unione europea non è facile: perché si tratta di una realtà complessa, dalle molte facce, risultato di una storia antica e recentissima, ricca di luci e di ombre, di tragedie e di successi. Senza qualche punto sicuro di orientamento, ci si perde. Si rischia di enunciare o condividere giudizi sommari, sbrigativi: quasi sempre sbagliati. Vorrei tentare di rispondere - brevemente, ma con argomenti spero chiari - ad alcune delle tante domande che un cittadino come Lei, tanto più se chiamato per la prima volta al voto, giustamente si può porre, anzi si dovrebbe porre.