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Emmanuel Macron - Quello che unisce la Francia e l'Italia - 3 marzo 2019[modifica]

C'è un patrimonio che ci appartiene ed è la nostra vera e propria radice di europei - dal mio punto di vista - ed è la musica. Ed è quella che fa eliminare ogni confine. E viene considerata anche la cultura europea negli altri paesi del mondo. La musica ci insegna la cosa più importante: ad ascoltare e ad ascoltarci. Un grande musicista non è chi suona più forte, ma chi ascolta più l'altro. E da lì i problemi divengono opportunità. Credete nella musica, credete nell'Europa.


Prima parte dell'intervista di Fabio Fazio a Emmanuel Macron (su Youtube)
Seconda parte dell'intervista di Fabio Fazio a Emmanuel Macron (su Youtube)

Document-pdf.svg Intervista di Fabio Fazio a Emmanuel Macron]
FF – Qual è il suo rapporto personale con l'Italia, lei ha degli amici italiani, frequenta l'Italia?

M – È molteplice. Come per molti francesi è stato il fatto di scoprire la storia, di capire un Paese e la nostra civiltà attraverso l'Italia. E quindi è il bambino che viene portato a Roma perché visiti i Fori e conoscere la nostra antichità, poi l'adolescente che scopre la Toscana i suoi paesaggi, capisce il Rinascimento. Questo amore, questo fascino, questo rispetto reciproco, è più forte di noi ed è questo che ha fatto sì che oggi io abbia voluto essere qui con lei e che lei sia qui con me e che ha fatto sì che tanti italiani amino la Francia e che tanti francesi amino l'Italia. Ma abbiamo anche dimenticato che bisognava continuare a cercare di capirsi e che, a volte, quello che vivono i nostri popoli non fosse la stessa cosa. Abbiamo un rapporto con l'immaginario, con la lingua diverso... ci sono delle differenze che fanno anche la nostra ricchezza e il nostro fascino reciproco, quando lo dimentichiamo e siamo impazienti rispetto all'altro non c'è vero amore e quindi c'è un malinteso.

Quello che noi dobbiamo ai nostri popoli, alla nostra storia, all'Europa, è di andare oltre, ecco perchè ho voluto invitare il Presidente italiano a venire qui. E per me la migliore immagine di tutto questo è che abbiamo deciso entrambi che il 2 maggio prossimo saremo per i 500 anni di Leonardo Da Vinci con la gioventù francese e italiana e parleremo di futuro e di Europa. Questo ci porterà al di là dei malintesi, che a volte si possono trovare nella vita politica o economica e che per me sono secondari, bisogna certo sistemarli, metterli a posto ma non devono farci dimenticare chi siamo, da dove veniamo e che non c'è un'avventura europea se non c'è un'intesa fra i nostri due Paesi

FF – Perchè Signor Presidente, quando era prevedibile un mondo aperto siamo qui ad avere paura, come mai c'è questa chiusura del mondo?

M – Questa è una delle grandi domande di oggi ed è una delle tensioni che esistono e credo che sia una delle tensioni più forti, tra le più intense in Italia. Credo che la situazione italiana oggi sia legata a questo, almeno in parte. L'Europa non è un'isola, il nostro destino è legato a quello che succede in Africa e nel Medio Oriente e gli anni precedenti ce lo hanno ricordato. Le grandi tragedie ritornano, i grandi squilibri mondiali ritornano, l'apertura in cui noi viviamo dalla caduta del muro di Berlino… tutto questo è finito, adesso la storia, il tragico ritornano e i grandi squilibri, climatici e economici, le guerre, possono portare a grandi fenomeni migratori, a cambiamenti, e al fatto che i nostri popoli si sentano minacciati da questa apertura. Un'apertura che era il segno di un benessere, di un miglioramento della vita quotidiana, del turismo e del commercio, diventa anche sinonimo di immigrazione e di paura.

Questi shock possono essere brutali. Ecco quello che l'Italia ha vissuto con Mare Nostrum qualche anno fa: l'Europa è responsabile di tutta questa situazione, europea e italiana, perchè non ha saputo ascoltare il fatto che un Paese, a causa della sua situazione geografica, avesse un fardello troppo pesante per lui. Credo che questa paura nei confronti dell'apertura, che si è progressivamente diffusa, non sia nel DNA degli italiani: l'Italia è un paese che si è costruito con questa apertura al mondo, perchè era forte nel primo come nel secondo Rinascimento, per non parlare dell'Antichità... si è espansa in questo mare Mediterraneo, è stata sempre un paese di emigrazione in Europa e negli Stati Uniti, quindi è un paese che è fatto di apertura. Ma perchè è nata questa paura? Perchè l'immigrazione, in particolare quella che viene dalle coste africane, è stata troppo consistente e a volte non c'è stata abbastanza solidarietà da parte dell'Europa.