Politiche europee
Jean-Claude Juncker - Relazione sulle politiche Il Presidente Juncker ha fatto il punto della situazione per l’anno appena trascorso e hoa presentato le priorità per l’anno prossimo. Ha illustrato anche in che modo la Commissione europea intende rispondere alle sfide più pressanti cui è confrontata l’Unione europea. Al discorso ha fatto seguito una discussione in Aula. È così che prende il via il dialogo con il Parlamento europeo e il Consiglio in preparazione del programma di lavoro della Commissione per l’anno prossimo. Indice. Progressi sulle 10 priorità della Commissione europea / Relazione di attuazione delle politiche / Tabella di marcia per un’Unione più unita, più forte e più democratica: bilancio di un anno e prossime tappe / Un bilancio moderno al servizio di un’Unione che protegge, che dà forza e che difende: il quadro finanziario pluriennale 2021-2027 / Miglioramento della situazione economica / Fondo europeo per gli investimenti strategici / A 10 anni dall’inizio della crisi finanziaria, un settore finanziario più forte, più sicuro, più stabile / Sostegno alle riforme negli Stati membri dell’UE / Un nuovo capitolo per la Grecia / Accordo di partenariato economico UE-Giappone / Il partenariato chiave dell’UE con l’Africa / Il Corpo europeo di solidarietà / Legiferare meglio / L’UE mantiene le promesse: un’applicazione più efficace delle nostre decisioni comuni / Visite ai parlamenti nazionali / Dialoghi con i cittadini / L’opinione pubblica nell’UE |
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Jean-Claude Juncker - Discorso sullo stato dell'Unione - 12 settembre 2018 |
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60 buone ragioni per cui abbiamo bisogno dell’Unione europea Anche lo stereotipo del funzionario europeo che fa la bella vita è una bufala. Lo stipendio base dei funzionari della Commissione parte da circa 2 300 euro mensili a inizio carriera, oltre alle indennità. Solo pochi alti funzionari percepiscono lo stipendio massimo di circa 16 000 euro al mese. Le retribuzioni dei funzionari dell’UE seguono la stessa evoluzione di quelle dei loro colleghi nazionali di un determinato gruppo di paesi. L’UE è vantaggiosa anche per l’Italia. In termini di cassa, l’Italia versa nel bilancio dell’UE più di quanto non riceva sotto forma di pagamenti diretti, ed è il terzo contribuente netto dopo Germania e Francia. In termini relativi, però, ossia esaminando il costo pro capite e l’economia del paese, i maggiori contribuenti nel 2015 sono risultati i Paesi Bassi e la Svezia. L’Italia è la quarta potenza economica dell’UE ed è quindi naturale che contribuisca al bilancio dell’UE più di quanto riceva: si tratta di solidarietà con i paesi più poveri. Questo fa del nostro paese un contribuente netto (in opposizione a un beneficiario netto). Se si calcola però il contributo italiano al bilancio dell’UE rispetto al numero di abitanti, l’Italia si piazza intorno al decimo posto della classifica dei pagamenti pro capite. Non è possibile rispondere alla domanda se per un paese sia un vantaggio o uno svantaggio appartenere all’UE basandosi solo sulla classifica dei contribuenti netti. Il saldo netto non rispecchia adeguatamente i numerosi benefici derivanti dall’appartenenza all’UE, quali ad esempio la stabilità politica e la sicurezza, la libera circolazione e il mercato. Inoltre, gli investimenti europei sono erogati a beneficio dell’UE nel suo complesso e i fondi messi a disposizione di un paese possono apportare vantaggi anche alle imprese di altri Stati membri, come è successo ad esempio per un’impresa italiana che ha ricevuto 112 milioni di euro sotto forma di appalti per ammodernare una linea ferroviaria in Bulgaria con un progetto finanziato dell’UE. |
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