Europa, una civiltà comune
Questa pagina conterrà la descrizione delle arti, delle scienze e della letteratura che hanno unito e che uniscono l'Europa.
Intervento di Ezio Bosso al Parlamento europeo - 2018[modifica]
C'è un patrimonio che ci appartiene ed è la nostra vera e propria radice di europei - dal mio punto di vista - ed è la musica. Ed è quella che fa eliminare ogni confine. E viene considerata anche la cultura europea negli altri paesi del mondo. La musica ci insegna la cosa più importante: ad ascoltare e ad ascoltarci. Un grande musicista non è chi suona più forte, ma chi ascolta più l'altro. E da lì i problemi divengono opportunità. Credete nella musica, credete nell'Europa.
Intervento di Ezio Bosso al Parlamento europeo - 2018
Vedete, c'è un aspetto per chi si occupa della musica a cui appartengo, quella definita classica, nel modo più bello, cioè che ci accompagna sempre, che è la musica quella che trascende. Vi parla un bambino che, da quando aveva quattro anno, era abituato a essere europeo. Perché è facile, perché noi che dedichiamo la nostra vita alla musica: sin da piccoli frequentiamo germanici, austriaci: Beethoven, o francesi: Debussy, o tedeschi: Brahms, Mendelsohn.
Vedete, non c'è un confine! La musica non è solo un linguaggio, la musica è una forma di trascendenza. La trascendenza è ciò che ci porta oltre. Di fatto da centinaia di anni noi continuiamo a suonare. Bach, un ragazzo che fece a piedi 70 km per conoscere la musica di Benedetto Marcello, poiché era la sua musica, per trascriverla. O Schubert che spese gli ultimi soldi per andare a sentire Paganini, ma non perché era italiano, perché era un violino.
Noi siamo uno strumento, sia che abbiamo la bacchetta, sia che abbiamo qualsiasi forma di strumento, andiamo oltre, portando la nostra identità. E di fatto, se ci pensate, ce l'abbiamo a portata di mano questa identità: l'orchestra che sto dirigendo adesso - proprio arrivo dalle prove - è un'orchestra italiana. Ma dove il primo violino è rumeno, la prima viola è ungherese, eppure siamo tutti semplicemente un'orchestra.
Noi esseri umani, dal mio punto di vista, siamo un po' buffi perché tendiamo a erigere muri, anziché scoprire che abbiamo a portata di mano questo luogo importante così voluto così combattuto. Mi fa venire in mente quel desiderio... Sapete, è buffo!, ma Beethoven sognava un'Europa unita. Non a caso abbiamo quell'Inno alla gioia che fa un gioco di parole. Perché noi che facciamo la musica siamo obbligati a studiare le lingue fin da subito, da centinaia di anni. Perché la musica parla italiano: è stata inventata da un aretino. Beethoven fa un gioco di parole fra Freude, cioè felicità, e Freunde: amici.
Amici che guardano insieme la meraviglia del creato che con-vive: che vive insieme. Vedete ed è questo: le architetture creano l'identità, creano la differenza. L'Europa delle differenze, della visione. Quella che però poi diventa fondamentale. Faccio degli esempi storici Mendelsohn che descrive l'Italia con i suoi occhi in una sinfonia. C'è Ciaikovskij (adesso porto acqua agli italiani!) Ciaikovskij che dice la mia amata Italia, la mia cento volte amata Italia: sei il paradiso, ispirandosi a ciò che vede.
Ecco la differenza di questa Europa così importante. Le differenze da tutelare nei patrimoni architettonici. Ma ce n'è uno invece che ci appartiene ed è la nostra vera e propria radice di europei - dal mio punto di vista - ed è la musica. Ed è quella che fa eliminare ogni confine. E viene considerata anche la cultura europea negli altri paesi del mondo.
Infine un altro modo ogni tanto e questo chiedo, anche un appello: di lavorare ancora di più. Come fece una persona che era nata oggi: si chiamava Claudio Abbado. Quarant'anni fa inventò l'orchestra dei giovani dell'allora Comunità europea. Da lui imparavamo che, appunto, eravamo tutti un'orchestra. L'Europa è un' "orchestra" a cui rivolgersi.
Queste radici che vi dicevo: le radici non sono un perno che va dentro, ma sono degli altri rami, più profondi. Allora ce l'abbiamo a portata di mano. Anche perché - non smetterò mai di dirlo - questo è il luogo appunto che si chiama Parlamento. Ma la musica ci insegna la cosa più importante: ad ascoltare e ad ascoltarci. Un grande musicista non è chi suona più forte, ma chi ascolta più l'altro. E da lì i problemi divengono opportunità.
Credete nella musica, credete nell'Europa.
Inno alla gioia[modifica]
Alla fine del '700 tutta Europa era percorsa dallo spirito nuovo di libertà, uguaglianza, fraternità, che ha portato alla Rivoluzione francese. Anche Schiller, il grande poeta tedesco, ha vissuto questa ventata di nuovi ideali e l'ha celebrata nel suo Inno alla gioia (Ode an die Freude). Nell'ultima, grande nona sinfonia, Beethoven ha messo al cuore della sua musica queste parole. Una speranza per il futuro. La musica di Beethoven è diventata l'inno ufficiale dell'Unione europea.
(Parole originali) Freude, schöner Götterfunken Deine Zauber binden wieder, |
(Traduzione letterale) Gioia, tu divina luce La tua magia ricongiunge |
(Traduzione libera) Gioia, sei una luce splendente La tua magia riunisce |
Antonio Padoa-Schioppa - Italia ed Europa nella storia del diritto[modifica]
Identità europea nella storia del diritto
Dal volume di Antonio Padoa-Schioppa, Italia ed Europa nella storia del diritto
un estratto che narra le caratteristiche dell'integrazione europea nell'ambito del diritto.
L’evoluzione del diritto in Europa rivela ad ogni passo l’esistenza di stretti rapporti reciproci tra diritti nazionali e regionali. Ma se inoltre osserviamo l’evoluzione del diritto nell’Europa della seconda metà del secolo appena concluso, si accentuano gli elementi di una comune civiltà del diritto, perché al di là degli scambi tra modelli legislativi nazionali, si manifesta il fenomeno nuovo e imponente della formazione di un diritto dell’Unione europea. Nasce così, al di sopra delle legislazioni nazionali, un diritto unico che a sua volta genera, in virtù dei trattati, un diritto uniforme sul terreno dell’economia. Il carattere europeo di questo grande sistema normativo non risiede soltanto nel fatto che esso è comune all’insieme dei paesi membri dell’Unione, ma anche nella varietà e nella complementarietà degli apporti nazionali che l’hanno creato e sviluppato.