Libro Modigliani Il miracolo possibile

Da EU wiki.
Franco Modigliani, Mario Baldassarri, Fabio Castiglionesi
Il miracolo possibile - Un programma per l'economia italiana
Copertina

Laterza - ISBN 88-420-4951-4 - Prima edizione - aprile 1996 - 11,00 € (usato)

https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&task=schedalibro&isbn=9788842049517


Il saggio narra in modo chiaro e sintetico le vicende economiche italiane dal 1969 al 1996. Poi espone una proposta per ridurre l’inflazione e spianare la strada all’ingresso dell’euro. Si nota la convinzione, da una parte che l’ingresso nell’euro sia un’occasione imperdibile affinché il paese non sia “costretto a vivere in continua emergenza e assoluta precarietà”, dall’altra che sono necessarie riforme importanti per dare competitività all’economia italiana.


(pag. XIV) "È necessario qui ricordare che i parametri stabiliti nel trattato, criticati anche, a ragione da più parti, poggiano comunque su una base logica. Il 3% nel rapporto deficit/Pil ha infatti dietro l’idea di perseguire un obiettivo nel quale la parte corrente del bilancio pubblico sia in pareggio e il 3% di deficit sia destinato a fìnanziare spese di investimento. Si tratta cioè di far sì che il bilancio pubblico non distrugga attraverso il deficit corrente il risparmio nazionale. Ma qui dobbiamo ribadire con fermezza ciò che sembra non essere percepito pienamente, e cioè il fatto che il risparmio è un concetto reale e non nominale. Per valutare quindi il contributo del bilancio pubblico alla formazione del risparmio è necessario depurare il deficit corrente nominale dalla cosiddetta «tassa da inflazione». Come ogni debitore, infatti, lo Stato italiano paga oggi quasi 200.000 miliardi all’anno di interessi che sono inclusi nella spesa corrente. In realtà però questo importo ha come contropartita la riduzione di valore reale del debito pubblico causata dall’inflazione, che è una tassa pagata dai detentori di titoli. È evidente che, se l’inflazione fosse zero (o molto prossima a zero) e se lo stock di debito pubblico fosse molto contenuto, la differenza di valutazione sarebbe molto modesta e forse anche trascurabile. Ma questo non è certamente il caso dell’Italia che, ad esempio nel 1995, ha avuto un’inflazione del 5,5% con uno stock di debito pubblico salito attorno a 2 milioni di miliardi. Nella realtà qµindi «dentro» i circa 200.000 miliardi pagati dai detentori di titoli pubblici, sono inclusi circa 110.000 miliardi, di perdita di valore reale degli stessi titoli (la tassa da inflazione) Gli interessi reali pagati sono quindi pari a circa 90.000 miliardi.

Ecco perché possiamo riaffermare che il bilancio pubblico italiano, dopo la forte correzione avvenuta nel passato triennio e che si esprime oggi in un consistente avanzo primario che non ha alcuna motivazione e sostegno di «teoria economica», di fattibilità politica e di tollerabilità sociale per essere ulteriormente incrementato, presenta in realtà condizioni di equilibrio «reale». Infatti il bilancio pubblico italiano (corretto per l’inflazione) è tornato dopo decenni ad esprimere un piccolo surplus già nel ‘94, salito ad oltre 50.000 miliardi nel ‘95 e destinato a mantenersi elevato nel prossimo triennio.

Queste condizioni «reali» del nostro bilancio pubblico non appaiono nei valori nominali, che evidenziano tuttora pesanti deficit ben lontani dai parametri di Maastricht, proprio a causa dell’elevato tasso d’inflazione e dell’elevato stock di debito pubblico accumulato negli ultimi venti anni.

Ecco perché il miracolo non è in realtà così miracolistico, ed ecco perché in gran parte è un «uovo di Colombo». Se·infatti non si vuol seguire la via delle Indie verso Est, la nostra proposta appare, come indicò Colombo, quella di raggiungere la stessa meta passando per Ovest.

Cioè, se non si vuol capire la correttezza di considerare la tassa d’inflazione anche quando questa assume consistenza rilevante ed implicazioni significative, non resta altro che abbattere l’inflazione abbattendo la tassa da inflazione e facendo scoprire, a chi non se ne sia ancora accorto, una «novità» che in realtà è già stata realizzata.

Queste nostre valutazioni sulle condizioni e sulle prospettive della finanza pubblica italiana si limitano ad un giudizio sulle grandezze, sugli equilibri e sui saldi macroeconomici.

Ciò non significa minimamente che intendiamo sottacere il serio problema dei livelli complessivi della spesa pubblica e dei livelli complessivi della pressione fiscale, né l’ancor più grave problema dell’efficienza della pubblica amministrazione e della qualità dei servizi che i cittadini ricevono.

Sconfitta l’inflazione e riequilibrata la finanza pubblica emerge chiaramente e correttamente il problema delle scelte collettive in termini di carichi e di equità fiscale, in termini di organizzazione della macchina burocratica dello Stato, in termini di efficiente gestione e concorrenza nei servizi pubblici.

Ci sembra chiaro però che queste importanti problematiche sono affrontabili in modo politicamente più trasparente ed efficace quando si sono determinate condizioni di equilibrio macroeconomico, piuttosto che in un paese costretto a vivere in continua emergenza e assoluta precarietà."

Presentazioni degli autori nel volume (1996)

Franco Modigliani (Roma, 1918) è professore emerito pres­so la Alfred P. Sloan School of Management del Massachusetts Institute of Technology. Nel 1985 ha ricevuto il Premio Nobel per l'economia e il James R. Killian Faculty Achievement Award. È membro della National Academy of Sciences e dell'American Academy of Arts and Sciences.
Mario Baldassarri (Macerata, 1946) è professore ordinario di Economia politica all'Università «La Sapienza» di Ro­ma, direttore responsabile della «Rivista di Politica Econo­mica» e membro del Comitato Nazionale della Scienza e della Tecnica del Ministero dell'Università"e della Ri.cerca Scientifica.
Fabio Castiglionesi (Roma, 1970) si è laureato in Economia e Commercio all'Università «La Sapienza» di Roma nel 1995, dove attualmente svolge attività di ricerca economica.