Impero Americano

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Standing Army = Esercito Permanente[modifica]

Basi militari degli Stati Uniti nel mondo
Queste sono tutte domande che qualcuno come Obama avrebbe dovuto chiedersi

Questo film-documentario Standing army, diretto nel 2009 da Thomas Fazi e Enrico Parent, mostra l'espansione delle basi militari degli Stai Uniti nel mondo. Vengono prese come esempio le basi militari importanti di Hawaii, Okinawa, Vicenza e Diego Garcia. (Film in inglese con sottotitoli, a scelta, in inglese.)

(1:05 video) I mercati hanno sempre fatto affidamento sul potere statale e militare. La trasformazione dell'America da repubblica a superpotenza economica, dopo la seconda guerra mondiale, è stata accompagnata dalla creazione di una rete globale di basi militari diversa da qualsiasi altra nella storia. Secondo il Rapporto sulla struttura delle basi del Pentagono (pag. 24), oggi ammontano a 716 in 38 paesi, più i 250.000 soldati che sono di stanza in queste basi. Inoltre gli Stati Uniti hanno una presenza militare in 110 paesi del mondo. Un anno dopo la sua elezione Barack Obama ha approvato il primo bilancio militare della nuova amministrazione che ammonta a 687 miliardi di dollari, 30 miliardi in più dell'ultimo bilancio della difesa di Bush. E quasi pari ai 787 miliardi di dollari messo da parte dalla nuova amministrazione per il pacchetto di contrasto alla crisi economica. Perché, nonostante la crisi, il bilancio militare continua a crescere. E la crisi e l'espansione militare sono strettamente legate.

Gore Vidal (34:21 video) "Chi possiede il posto per questa base? Come dire: chi possiede la General Electric? Fabbricano bombe atomiche, beh, come ottengono i soldi per fabbricarle. E chi glieli dà? E perché? Per proteggerci da cosa? Queste sono tutte domande che qualcuno come Obama avrebbe dovuto chiedersi. Quindi l'Impero non è semplicemente accaduto, bensì è stato progettato. E quelle basi sono poi arrivate, così, come un terribile cancro."


Gore Vidal intervistato da Paul Jay - History of the National Security State[modifica]

Gore Vidal - History of the National Security State.jpg

Estratto del volume History of the National Security State
In questo volume, pubblicato negli Stati Uniti da Paul Jay nel 2014, Gore Vidal racconta la storia della politica imperialista americana iniziata da Truman nel 1946.

"Poi Roosevelt muore e gli succede Truman, la persona più incompetente che potresti sognare. Ma dietro di lui c'era un uomo molto brillante: Dean Acheson, che era il Segretario di stato, che conosceva l'impero e capiva come funzionava il mondo. Acheson sapeva manovrare perfettamente Truman e l'ha convinto su quanto fosse malvagio Stalin e il comunismo.

Truman ci cascò, o almeno finse di farlo, perché ha detto: “La Russia è in marcia!” Figurati!, avevano perso venti milioni di persone, dova vuoi che marceranno? Riuscivano a malapena a ritirarsi dall'Europa centrale. Non avevano abbastanza benzina, né abbastanza carri armati per riportare in Russia i loro cannoni. Dovevano farli trascinare dai cavalli. Quello che voglio dire, è che erano estenuati.

Eppure noi abbiamo questa idea: "I russi stanno arrivando!" Quindi dividiamo la Germania, e poi diciamo che sono stati i russi. Noi abbiamo fatto la divisionee gli abbiamo dato la parte peggiore, l'est, la vecchia parte prussiana. Abbiamo preso l'ovest, la Ruhr e tutta la parte ricca della Germania. Trasformiamo i tedeschi in nostri alleati e iniziamo a riarmarli. Questo ha fatto impazzire molte persone: "Dopo Hitler, riarmi i tedeschi?" E sì! Truman pensava che fosse una buona idea.

Poi ha ideato lo stato di sicurezza nazionale. Ora, lo stato di sicurezza nazionale si basava su questi punti. Il primo è: non è possibile negoziare onestamente con i russi. Il secondo era il riarmo totale e costante e lo sviluppo della bomba all’idrogeno, perché un giorno anche loro avrebbero ottenuto la bomba atomica. In altre parole, hanno creato un’economia totalmente militarizzata, come lo siamo ancora oggi. Questo è stato il risultato finale."

Thirty Seconds To Midnight - The Final Wake Up Call[modifica]

Genocidi

Questo film-documentario Thirty Seconds To Midnight, è un film di Regis Tremblay girato nel 2017 in associazione con Veterans for Peace, Peaceworkers, The Global Network Against Weapons and Nuclear Power, Pax Christi Maine. Sono stati intervistati gli abitanti di Ukraina, Okinawa, Hawaii, e le Isole Marshall. (Film in inglese con sottotitoli, a scelta, in inglese.)

(9:31 video) William Blum: "Questi interventi dimostrano che la politica estera americana non è stata motivata dall'imperativo morale di diffondere la libertà e la democrazia ma dai seguenti tre imperativi:

1) Diffondere i capitalismo americano. La globalizzazione alimenta il complesso militare-industriale e le banche che hanno corrotto i presidenti della Casa Bianca e il Congresso.
2) Non c'è alternativa al capitalismo. Impedire la nascita di qualsiasi società che possa fungere da esempio riuscito di alternativa al capitalismo, comunismo, socialismo o qualsiasi sistema non in linea con gli interessi americani
3) Espandere l'Impero. Espandere l’egemonia politica, economica e militare sull’intero globo (per garantire il numero 1 e 2) e per prevenire l’ascesa di qualsiasi potenza regionale che possa sfidare la supremazia americana."

David Vine Autore di United States of War

(10:21 video) David Vine: "In questo momento abbiamo circa 800 basi in circa 80 paesi in tutto il mondo. Alla fine della Guerra Fredda c'erano circa 1600 basi in circa 40 paesi e oggi ci sono circa 800 basi in circa 80 paesi. Quindi un numero crescente di paesi è occupato da basi statunitensi. Per esempio ci sono ancora quasi 200 basi in Germania, più di due decenni dopo la fine della Guerra Fredda. Ci sono più di 120 basi in Giappone, quasi 100 in Corea del Sud, 50 in Italia e decine di basi in paesi come la Gran Bretagna, la Turchia e i paesi dall’Asia, dall’America centrale e oltre

Una delle giustificazioni per questo enorme numero di basi è stata per decenni che le basi statunitensi all’estero diffondono democrazia. Ma questo avrebbe potuto avere una certa validità nei primi tempi del secondo dopoguerra in Germania, Italia e Giappone. Invece oggi troviamo basi statunitensi in più di 30 paesi guidati da regimi non democratici e spesso dittatoriali. Perciò abbiamo nostre basi che di fatto contribuiscono in alcuni casi a sostenere regimi non democratici e possono bloccare il progresso dei movimenti pro-democrazia.

Dunque, nonostante la fine della Guerra Fredda, gli Stati Uniti hanno continuato a mantenere centinaia di basi nell'Asia orientale, circondando la Cina, nonché centinaia di basi nell’Europa occidentale e sempre di più nell’Europa centrale e orientale, circondando la Russia. A mio avviso queste scelte sono incredibilmente pericolose, soprattutto quella di aumentare il numero di basi sia attorno alla Cina, sia sempre più vicine ai confini della Russia.

Noi che siano cittadini statunitensi, dovremmo pensare per un momento a come ci sentiremmo se la Russia o la Cina costruissero anche una sola base vicino ai confini degli Stati Uniti, nei Caraibi, ad esempio, o in Messico. Penso che molto presto vorremmo rispondere militarmente col rafforzare la nostra difese militari. Quindi perché dovremmo aspettarci qualcosa di diverso da Russia e Cina?

Mi sembra una strategia molto pericolosa e potenzialmente autorealizzante. In cui l'ascesa della potenza militare cinese, per esempio, si capisce come contrasto allo sviluppo delle forze militari statunitensi nell'Asia orientale. Ciò non fa altro che incoraggiare la Cina a aumentare la sua potenza militare. E questo può causare una spirale di militarismo crescente.

Mi chiedo che cosa ci sia dietro tutto questo. Sicuramente è una lotta per il controllo geopolitico e geoeconomico. Cina e Russia sono state potenze in ascesa negli ultimi dieci, quindici e venti anni. E gli Stati Uniti hanno cercato in vari modi, principalmente in modo militare, di mantenere il proprio dominio globale. Perciò, costruire e mantenere basi militari statunitensi vicino ai confini cinesi e russi, è stato un elemento importante della strategia che ha lo scopo di mantenere il dominio degli Stati Uniti su tutto il mondo."

David Vine - The United States of War[modifica]

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Estratto del volume The United States of War
In questo volume, pubblicato negli Stati Uniti nel 2020, David Vine fa l'inentario delle guerre che gli Stati Uniti hanno fatto per imporre la loro potenza nel mondo. E descrive il numro incredibile di basi militari americane distribuite ovunque, ma soprattutto attorno alla Russia e alla Cina.

"Ovviamente non c’è una risposta semplice al motivo per cui gli Stati Uniti – o, più precisamente, il suo governo e il suo esercito – combattono quasi senza sosta fin dall’indipendenza. Alcuni potrebbero invocare metafore biologiche per suggerire che la risposta a questa domanda si trova nel DNA del Paese, nel suolo, nel sangue delle persone. Naturalmente queste sono solo metafore. I paesi non hanno DNA. La propensione alla guerra non si trasmette attraverso il suolo, né attraverso il sangue o i geni, sebbene la storia di una terra e delle persone che la vivono siano di fondamentale importanza.

Alcuni suggeriscono che la risposta risieda nella nascita del paese in una guerra rivoluzionaria per l'indipendenza. Altri fanno riferimento alla cultura degli Stati Uniti o alla psicologia della sua gente. Alcuni sostengono che la storia della guerra abbia le sue radici nelle forze economiche o nello stesso sistema capitalista. Altri collegano questo modello al potere e all’influenza del Complesso Industriale Militare, di cui il presidente Dwight D. Eisenhower mise in guardia nel suo famoso discorso di addio del 1961. Alcuni ritengono che la risposta sia fornita dalla politica interna. Altri puntano alla razza e al razzismo, al genere e all’ipermascolinità, al nazionalismo e alle idee dell’“eccezionalismo americano” statunitense, o a un cristianesimo missionario esemplificato dall’idea che il paese abbia un “destino manifesto” di espansione.

Questo libro offre un nuovo modo di pensare al motivo per cui l'esercito americano sembra combattere guerre senza fine. L'approccio che seguo è semplice ma alquanto insolito. Piuttosto che guardare principalmente alle guerre stesse, questo libro esamina le infrastrutture che le hanno rese possibili. Piuttosto che essere un libro sulle battaglie, questo libro utilizza le basi militari come finestre per comprendere lo schema delle infinite guerre statunitensi. Per combattere le guerre, soprattutto quelle lontane da casa, gli eserciti e le flotte generalmente necessitano di basi per organizzare, supportare e sostenere il combattimento. Le basi sono centri logistici per l'organizzazione del personale militare, delle armi e dei rifornimenti e per il dispiegamento di truppe per fare la guerra. Le basi nazionali svolgono questo ruolo. Ma se un esercito vuole combattere una guerra lontano da casa, come hanno generalmente fatto gli Stati Uniti, deve spostare e mantenere le proprie forze su lunghe distanze. Le basi extraterritoriali, le basi lontane da casa, le basi in terre straniere, rendono tutto questo molto più semplice, facilitando la logistica della guerra a centinaia o migliaia di miglia di distanza."